"E' vero: Wight is Wight.
A distanza di tre anni dall'ultimo festival di Wight, non ho ancora dimenticato l'emozione di vivere un avvenimento tanto più grande di me. 60.000 persone, l'enorme arena recintata , il timbro colorato d'ingresso sulle mani,....
le bandiere variopinte e i venditori ambulanti di yoghurt, hot dogs e altre gioie varie: la notte e la silhouettes danzanti, mille sacchi a pelo e un immobile palcoscenico di stelle. Le file allucinanti, che si snodavano per chilometri, le bancarelle assurde e la violenza di mille odori. E Grande, su tutto e su tutti, la Musica.
A distanza di tre anni dall'ultimo festival di Wight, non ho ancora dimenticato l'emozione di vivere un avvenimento tanto più grande di me. 60.000 persone, l'enorme arena recintata , il timbro colorato d'ingresso sulle mani,....
le bandiere variopinte e i venditori ambulanti di yoghurt, hot dogs e altre gioie varie: la notte e la silhouettes danzanti, mille sacchi a pelo e un immobile palcoscenico di stelle. Le file allucinanti, che si snodavano per chilometri, le bancarelle assurde e la violenza di mille odori. E Grande, su tutto e su tutti, la Musica.
Eppure i tre giorni passati al be-in napoletano non sono stati meno belli, meno coinvolgenti, anche se ogni cosa mi sembrava, rispetto a quella esperienza, in tono ridotto, quasi senza amplificazione. Pesava favorevolmente sulla bilancia la tenerezza d'aver visto finalmente nascere in Italia qualcosa che altrove è già finita, forse per l'oscura volontà di chi non ha mai potuto sentirsene parte.
Sembrava di assistere alla proiezione di un film, al quale si poteva partecipare indifferentemente nel ruolo di protagonisti o di spettatori. Ogni cosa aveva un preciso senso artistico, anche le scaramucce nel retro-palco per gli strumenti o la posizione dei furgoni, gli anacronistici divismi di certi artisti arrivati solo per la loro esibizione e subito ripartiti (lasciandosi dietro una scia di profumo alla "Greta Garbo") sotto gli sguardi commiseranti di chi quei tre giorni se li stava godendo sin dai primi attimi di tensione...... "
Cominciava così l'articolo sul primo raduno vero e oceanico svoltosi a Napoli nel lontano ( mica tanto) 1973, pubblicato su Ciao 2001, l'unico e vero giornali di noi appassionati seguaci della musica. L'articolo è di Fiorella Gentile, Dario Salvatori, Maurizio Baiata. Foto di Piero Togni (dal "Ciao 2001" n. 27 del 8 luglio 1973).
Inutile star lì a raccontarvi che io c'ero.
Chi avesse dimenticato questa gloriosa rivista, può e deve andare su http://digilander.libero.it/ciao.2001/.
Vi assicuro che l'emozione è ancora quella di 37 anni fa.
Divertitevi
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