E infine sono qui,
di fronte a un mare sconosciuto,
ma calmo come un lago
e una parentesi di terra
con qualche cittadina brulicante
di vita e di oscillanti luci,
a separare con un cielo ancora chiaro
una luna a mezz’asta ed una stella
a oriente
e un timido rossore ad occidente,
sull’antica Spalato
ridotta a baraccone d’attrazioni
che finge di ignorare quanto è stato
e vive di notte per non ricordare
Termina qui la mia avventura
iniziata per sfida a non so cosa
o a chissà chi
in una pace anomala,
tra i fumi di troppe birre, tabacco e nomi strani,
in una quiete che sa di paradosso
mentre alle spalle
s’agita il fantasma che da sempre
s’affanna in queste terre
La luce se ne va
restano le lampàre
il timido riflesso della luna
e i miei pensieri, stanchi di viaggiare,
nella risacca annegano, confusi.
di fronte a un mare sconosciuto,
ma calmo come un lago
e una parentesi di terra
con qualche cittadina brulicante
di vita e di oscillanti luci,
a separare con un cielo ancora chiaro
una luna a mezz’asta ed una stella
a oriente
e un timido rossore ad occidente,
sull’antica Spalato
ridotta a baraccone d’attrazioni
che finge di ignorare quanto è stato
e vive di notte per non ricordare
Termina qui la mia avventura
iniziata per sfida a non so cosa
o a chissà chi
in una pace anomala,
tra i fumi di troppe birre, tabacco e nomi strani,
in una quiete che sa di paradosso
mentre alle spalle
s’agita il fantasma che da sempre
s’affanna in queste terre
La luce se ne va
restano le lampàre
il timido riflesso della luna
e i miei pensieri, stanchi di viaggiare,
nella risacca annegano, confusi.
Intanto a Mostar
la Neretva s’incastona
verde tra le rocce
e trattiene la memoria del passato
mentre, fredda sentinella di confine,
la rossa Drina sorveglia,
sonnacchiosa
Spalato, 23 agosto 1996
dopo 40 giorni di Bosnia, in attesa di ritornare in Italia
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